World Social Agenda
Salve,
siamo un gruppo di ragazzi della classe 1^F del Liceo Scientifico E. Curiel di
Padova che hanno aderito al progetto Planet del World Social Agenda riguardo
alla categoria “Acqua”.
Per
approfondire l’argomento ci siamo recati presso il nodo idraulico di Padova o
“Cunetta del Brenta” per parlare con un esponente dell’associazione “Brenta
sicuro”, Marino Zamboni, e con l’ex sindaco di Camponogara, Alfredo Tamburini.
Le
tematiche affrontate durante l’incontro riguardavano i problemi legati ai fiumi
del nostro territorio, quindi il Brenta, il Piovego, il Bacchiglione e il
Naviglio Brenta con un approfondimento su ciò che è accaduto durante
l’alluvione del 1966 attraverso la voce di un testimone, il signor Tamburini.
Uno
dei problemi più importanti e di cui si è molto parlato durante la nostra
intervista è stato il dissesto idrogeologico.
In
alcune zone c’è stato un cedimento arginale dovuto al fatto che i fiumi di cui
abbiamo parlato, il Brenta e il Piovego, sono dei fiumi artificiali scavati
centinaia di anni fa e gli argini che li contengono sono stati costruiti con
materiali non idonei alla tenuta dell’acqua. Di conseguenza i cedimenti sono
molto frequenti e gli argini vanno continuamente monitorati e rinforzati. Per
lo stesso motivo questi fiumi, incluso anche il Bacchiglione, sono a continuo
rischio alluvione. Per esempio nel 2010 l’alluvione del Bacchiglione ha causato
l’allagamento del piano terra delle case.
Anche
per questo l’associazione “Brenta sicuro” sollecita le istituzioni pubbliche a
lavorare sul monitoraggio degli argini. Grazie a loro infatti sono state
effettuate delle attività di monitoraggio sia del Brenta che del Bacchiglione
nel 2017.
Un
altro grave problema è dovuto alla grande quantità di rifiuti che infesta gli
argini dei fiumi.
Ad
occuparsi di questi rifiuti sono i comuni di competenza che spendono molti
soldi nella raccolta di tale spazzatura. Il problema è che, in questo caso, è
molto difficile riuscire a dividere la plastica dal secco e di conseguenza il
costo per smaltire questi rifiuti è doppio rispetto alla raccolta
differenziata. In più durate il taglio degli alberi non si presta attenzione
alla spazzatura impigliata tra i rami e di conseguenza questa si moltiplica.
Per
fronteggiare questo problema sono nate molte iniziative che raccolgono gruppi
di volontari per raccogliere i rifiuti lungo le sponde. Una di queste è
l’iniziativa “Amiamo il nostro Brenta” fondata dall’associazione “Brenta sicuro”.
Grazie a queste associazioni si possono sensibilizzare le persone sui problemi
ambientali ed economici legati ai rifiuti.
Uno
dei nuovi progetti più importanti per i fiumi è il completamento dell’idrovia
che parte in zona industriale di Padova e continua fino a Vigonovo; lo scopo è
farla arrivare fino in Laguna a Venezia.
L’idrovia
nasce negli anni ‘60 come via di trasporto merci grazie a delle chiatte che
dovevano collegare la Laguna a Padova. Nel 1988, però, è stata chiusa rimanendo
quindi incompleta.
Nel
2010, in seguito all’alluvione che colpì il Bacchiglione si decise di riaprirla
per farla diventare un canale dove far confluire le acque in caso di alluvione
del Brenta/Bacchiglione per evitare l’innalzamento eccessivo del livello dei
due fiumi. Si calcola che l’idrovia riuscirebbe a sviare 350m2 al
secondo (non pochi)!
Per
quanto riguarda invece l’alluvione del 1966, grazie al Signor Alfredo Tamburini
siamo riusciti a conoscere molte curiosità sull’accaduto.
L’alluvione
iniziò a causa delle abbondanti piogge che colpirono la regione nell’autunno di
quell’anno che causarono la rottura degli argini del Brenta per via della
grande quantità d’acqua che dovevano contenere. L’acqua si diresse quindi verso
Lova superando gli argini del “Fiumazzo”, il canale che collega la Laguna a
Corte, e allagando tutti i paesi limitrofi.
A
quel punto, per riuscire a far defluire l’acqua che aveva inondato le campagne
e le città si decise di tagliare gli argini del Brenta nel punto dove inizia la
deviazione che dalla Romea porta a Padova. Per fare ciò serviva della dinamite
per riuscire a far saltare la parte di argine che dava sulla Romea, ma
l’esplosivo doveva essere portato da Udine.
Nel
frattempo il livello dell’acqua si stava alzando sempre di più e i cittadini di
quelle zone si unirono per alzare gli argini con dei sacchi di sabbia per
evitare che l’acqua esondasse ancora. All’arrivo della dinamite si fece
esplodere il punto prestabilito e l’acqua poté quindi defluire verso la Laguna.
Grazie
a questa intervista siamo riusciti a dare maggior peso alle problematiche
legate ai fiumi e a capire che il nostro territorio è strettamente legato al
loro corso e alla loro storia.
Secondo noi questo lavoro è stato molto utile e significativo, ci ha fatto riflettere in primis sull’ambiente e più approfonditamente sulle tematiche riguardanti il fiume Brenta. La domenica che abbiamo incontrato, Marino Zamboni e Alfredo Tamburini è stata una giornata stupenda, abbiamo camminato lungo le sponde del fiume Brenta e abbiamo intervistato i due signori. Alla fine ci hanno regalato una maglia di colore azzurro.
Mattia Foglia, Nicola Salvan, Alessandro Vettore, Marialetizia Zanella,
Youssef Zitoune